La società evolve, le aziende corrono e fanno sempre più fatica a trovare le competenze di cui avrebbero bisogno per crescere. E' questa una delle conclusioni a cui si giunge leggendo l’ultimo Rapporto Ocse , in cui si fotografa il mercato del lavoro in Italia, valutando anche l’impatto di riforme importanti come il Jobs Act e la Buona Scuola. 

Dall’indagine Ocse emerge che quello che viene definito ‘skills mismatch’, ovvero un disalinneamento nelle competenze disponibili e quelle effettivamente impiegate. Scopriamo così che il 35% delle persone opera in un settore non attinente ai propri studi, il 21% è sottoqualificato e, all’opposto, il 6% ha conoscenze inferiori rispetto alla mansione che svolge. 

Non sono solo il sistema scolastico e le istituzioni a dover intervenire per correggere questo squilibrio e favorire la formazione di quelle figure che, oltre ad avere maggiori opportunità di lavoro, potrebbero contribuire all’innovazione e al rilancio delle imprese. Secondo l’Ose, l’Italia soffre di un ‘low-skills equilibrium’, una situazione in cui la scarsa offerta di competenze è accompagnata dalla debole domanda delle aziende, e da ridotti investimenti sul capitale umano. 

Nella nostra digital e software factory proviamo ogni giorno a ribaltare questa prospettiva: siamo convinti che il valore di un’azienda si misuri sempre dalla qualità delle persone che ci lavorano. Ecco perché lavoriamo in un contesto informale, resiliente e flessibile, in cui ciascuno ha la possibilità di tirar fuori la propria creatività e il proprio talento, valorizzando le competenze tecniche e manageriali acquisite e sviluppate nel tempo. 

Organizziamo il lavoro per obiettivi, premiando le individualità ma mantenendo sempre vivo lo spirito di squadra. Non mancano i momenti di formazione e la condivisione di spunti che possano arricchire tutti.

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