Osservando l’evoluzione dei consumi mediatici degli italiani, il 14° Rapporto Censis sulla comunicazione non può che sottolineare la straordinaria diffusione che il web e i social hanno raggiunto nel nostro Paese. Il 75% degli adulti accede regolarmente alla Rete e quasi l’87% possiede un telefono cellulare. Gli smartphone sono nelle tasche del 70% delle persone e, di loro, praticamente tutti usano WhatsApp per comunicare e scambiare messaggi. Tra i social network, Facebook (lo usa il 56% degli italiani) e YouTube (49%) continuano a essere i più popolari, mentre Instagram ha raddoppiato il numero di utenti negli ultimi due anni (dal 10% al 21%).
Oltre a consentire un accesso continuo ai social, il mobile è oggi lo strumento da cui controllare il conto corrente, fare shopping e self-tracking, ovvero monitorare e archiviare informazioni sul proprio stile di vita, cominciando dalla dieta e dall’attività sportiva. Meno frequente invece l’utilizzo per interagire con la pubblica amministrazione o prenotare visite mediche per le quali, secondo il Censis, la maggioranza degli italiani preferisce ancora il PC o i canali tradizionali. Il mobile è invece alla base del successo di servizi sharing come Uber, Airbnb, Deliveroo a Foodora che, sebbene riguardino al momento solo il 7% della popolazione, vedono un forte coinvolgimento degli under 30 (10%) e delle persone più istruite (9%).
Ma il web e i social media hanno forse oscurato il potere dei media tradizionali? Non del tutto, ed è questo uno degli elementi di novità che il Rapporto mette in luce. Pur perdendo qualche telespettatore, la TV resta il media principale per il 92% della popolazione, mentre i canali satellitari raggiungono solo la metà degli italiani. La mobile TV e le piattaforme come Netflix sono in ascesa, ma al momento sono appannaggio quasi esclusivo dei Millennials. Se la carta stampata continua a perdere quota, la radio tiene invece le sue posizioni e viene sempre più ascoltata in mobilità, ma non tanto dallosmartphone, quanto dalla cara vecchia autoradio, che tuttora rappresenta il 70% dell'audience delle trasmissioni in diretta.
Altro dato interessante riguarda l'omogeneizzazione dei comportamenti dei 30-44enni e dei 14-29enni. Finora piuttosto distanti in termini di consumi mediatici, oggi le due generazioni hanno preferenze molto simili, tanto che over e under 30 tendono a frequentare gli stessi media.
L’evoluzione dei consumi mediatici spinge le aziende a rivedere le strategie di marketing e comunicazione, alla ricerca di modalità e strumenti più efficaci per raggiungere i propri interlocutori con contenuti rilevanti. Come districarsi fra web, mobile e social? Come sviluppare progetti di successo, che possano consolidare un brand e generare risultati significativi?
Sono le domande a cui ci confrontiamo ogni giorno: la nostra digital e software factory ha le competenze e l’esperienza giusta per aiutare aziende di qualsiasi dimensione a crescere e innovare.