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19/2/2018
Quei due giorni al mese

Il primo sguardo del mattino e l’ultimo della sera è rivolto, per una buona fetta di italiani, allo smartphone. I dispositivi mobile ci impegnano per 45 ore al mese (quasi due giorni), come ha confermato la ricerca condotta da  Doxa in collaborazione con dall’ Osservatorio Mobile B2c Strategy della School of Management del Politecnico di Milano. 

Degli oltre 31 milioni di italiani che navigano in Rete da mobile, quasi il 37% utilizza solo smartphone e tablet, e l’88% spende il proprio tempo online usando delle app. Non stupisce quindi che il numero medio di app pubblicate su Apple Store e Google Play sia salito fino a 5 per azienda, con un discreto rating medio nonostante un terzo delle applicazioni disponibili non siano aggiornate.  

Chi sviluppa app mira soprattutto alla fidelizzazione dei clienti già noti: il 93% delle app analizzate dall’Osservatorio dà la possibilità all’utente di accedere tramite un login acquisito altrove (sul punto vendita o attraverso il sito web, ad esempio), benché più della metà offra anche servizi o contenuti agli utenti non registrati. Circa il 50% delle app è però una replica del sito web, e solo il 25% propone qualcosa di totalmente diverso. Ancora poche quelle che sfruttano le notifiche push, la gran parte delle quali viene inviata in maniera non personalizzata.  

Ma mobile non vuol dire solo app. In un mercato che corre veloce, il mobile advertising ha a disposizione una pluralità di strumenti e canali, e nell’ultimo anno ha mosso investimenti complessivamente superiori al miliardo di euro. I brand sono oggi più propensi a creare campagne digitali multipiattaforma, efficaci tanto su mobile quanto su desktop, e definire strategie di ampio respiro, capaci di far crescere quella che viene chiamata “total digital audience”. In quest’ottica diventa fondamentale lavorare sui contenuti e, in particolare, sui video (un segmento che è cresciuto del 126% negli ultimi 12 mesi e rappresenta il 33% del mercato), ma anche curare il posizionamento e l’indicizzazione sui motori di ricerca.  

Molto interessante la possibilità di usare lo smartphone come mobile wallet: il 63% degli italiani vorrebbe digitalizzare in un’unica app i contenuti del proprio borsellino, dalle carte di pagamento alle carte fedeltà, dagli abbonamenti ai mezzi pubblici ai buoni pasto. Questa è indubbiamente un’occasione per aziende e brand, considerando che solo il 35% delle persone ha già dematerializzato parte delle carte. 

Il mobile sta dunque diventando un canale sempre più rilevante per raggiungere e coinvolgere i clienti, anche perché dallo smartphone transitano molte delle decisioni d’acquisto che si concretizzano online oppure nei punti vendita fisici. Per vincere la partita del mobile serve maggiore consapevolezza da parte delle aziende, se necessario facendosi guidare da partner esperti e qualificati, capaci di portare visione strategica, competenze e conoscenze non solo tecnologiche.