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9/7/2018
Più robot in fabbrica, in ufficio e in ospedale

Asimo è andato in pensione. Il celebre robot umanoide, lanciato da Honda quasi vent’anni fa, è stato il primo in grado di camminare, salire le scale, ballare e giocare a calcio come noi. Oggi il suo modello è diventato obsoleto, ma le tecnologie sviluppate per lui stanno trovando impiego in una quantità di altre applicazioni. 

Proprio così. In una società che, pur continuando a crescere numericamente, tende a invecchiare, i robot hanno un ruolo sempre più importante in diversi settori industriali e produttivi. Affidare alle macchine i compiti più ripetitivi o pericolosi all’interno di uno stabilimento non ha solo vantaggi economici, ma contribuisce anche a migliorare la qualità del lavoro umano e la sua sicurezza

L’utilizzo dei robot può portare molti vantaggi anche in campo sociale, come ricorda spesso Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Ci sono ad esempio interessanti sperimentazioni nell’ambito della riabilitazione di pazienti con patologie ortopediche o neurologiche, oppure nell’assistenza di persone non autosufficienti.  

L’attenzione si sposta dunque su come integrare i robot negli attuali modelli organizzativi, e come far crescere le competenze digitali che diventano sempre più necessarie per governare i cambiamenti che l’automatizzazione di alcuni lavori porta con sè. In campo medico cresce la domanda di infermieri e operatori capaci di gestire macchinari hi-tech, biotecnologi e ingegneri biomedicali. Nell’edilizia e nell’arredameto probabilmente non spariranno gli artigiani, ma avremo più bisogno di architetti esperti di materiali ecocompatibili, stampa 3D e realtà aumentata. Tutti i settori vedranno cambiare il mix delle professioni, a vantaggio di mansioni a maggior contenuto digitale. 

Il futuro che stiamo costruendo vedrà dunque una maggiore presenza di robot nelle industrie, negli uffici, in ospedale e nelle nostre case – ma questa non è necessariamente una brutta notizia. è l’occasione per rivedere alcuni dei modelli a cui siamo abituati, e trasformare l’innovazione tecnologica in un’opportunità