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16/7/2018
Digitale, l’Italia rincorre l’Europa

Il mercato digitale italiano ha ingranato la marcia giusta e si è finalmente messo in moto. L’ultimo  Rapporto Assinform stima nell’ordine del 4,4% la crescita degli investimenti nel comparto industriale nel biennio 2018-19, con altri settori quali le banche, le utility e la distribuzione che dovrebbero avere lo stesso andamento. Se la Pubblica Amministrazione è ancora lenta nella spesa ICT, i progressi fatti nella diffusione della banda larga fanno ben sperare per quanto riguarda l’accesso ai servizi digitali da parte di cittadini e imprese. 

Vale tuttavia la pena soffermarsi su un tasto ancora dolente, ovvero la competitività del sistema Paese e dell’industria nazionale, che non sta migliorando nonostante la spinta digitale. Secondo il Centro Studi della  Fondazione Ergo, il problema è soprattutto il tasso di produttività, che negli ultimi vent’anni è cresciuto in media solo dello 0,3%, troppo poco per recuperare il gap che continua a tenerci lontani dagli altri Paesi europei. 

Le potenzialità del digitale sembrano dunque ancora in buona parte inespresse, come confermano le aziende che, pur avendo già avviato progetti in segmenti avanzati come l’Industria 4.0, le nanotecnologie o l’intelligenza artificiale, non hanno ancora potuto valutarne l’impatto. Anche in quel 30% di imprese che gli analisti classificano ad alto tasso di innovazione si fatica dunque a misurare il ROI degli investimenti digitali, in alcuni casi perché la trasformazione non viene agganciata all’evoluzione del business, rimanendo lontana dagli obiettivi e le priorità con cui l’organizzazione si confronta. 

Poiché il digitale non riguarda solo la tecnologia, ma coinvolge l’intera azienda, emerge molto chiaramente il tema della leadership: solo nelle realtà in cui il CEO e le prime linee mostrano un forte commitment, la digitalizzazione può portare risultati significativi e contribuire all’aumento dei livelli di produttività e competitività.  

Mettere in pratica la visione del leader richiede poi un salto culturale dell’intera struttura, e la presenza di un team dotato delle competenze giuste per trasformare gli obiettivi in progetti, azioni, tecnologie. Ove l’azienda non abbia al proprio interno tali risorse e know-how, la strada più sensata è quella di affidarsi a consulenti di consulenti di comprovata esperienza  che, lavorando a stretto contatto con il management, sappiano governare il cambiamento che il digitale inevitabilmente porta con sè.