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13/10/2017
Ascoltare le persone per costruire le città del futuro

Nel 1386, quando iniziarono i lavori di costruzione del Duomo, Milano non aveva paura di pensare in grande, creando monumenti imponenti, ma anche piazze e spazi che sarebbero rimasti nel tempo, a disposizione delle generazioni future.

Oggi la pianificazione dello sviluppo urbano di realtà come Milano, Lisbona o Londra non può prescindere dalla storia e dalle decisioni prese in passato, ma soprattutto deve tenere conto di due cambiamenti fondamentali. Ce lo ricorda Sharing Cities, il consorzio finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Horizon 2020, che si propone dielaborare e attuare progetti di Smart City e Smart Living, cominciando da sei località-simbolo per contagiare gradualmente tutte le città europee. 

In un suo intervento su CityMetric, Piero Pellizzaro, responsabile di Sharing Cities per Milano, sottolinea che il primo cambiamento da considerare è dimensionale. Oggi, per pensare in grande occorre agire in piccolo, cioè innestare nel tessuto urbano buone pratiche e comportamenti virtuosi che, partendo da una scala anche limitata, possano essere estesi nel tempo a un numero sempre più ampio di persone. Significa anche replicare i progetti che generano risultati, evitando di creare ogni volta soluzioni ex novo, che fanno aumentare i costi e la complessità. 

Il secondo cambiamento, ancora più profondo, è direzionale. Il percorso evolutivo verso le Smart City non può essere diretto dall’alto e calato sulla comunità, ma deve partire dall’ascolto delle persone per comprendere le loro reali esigenze attraverso piattaforme orientate alla condivisione e al dialogo. I cittadini chiedono infatti di essere coinvolti nelle decisioni che riguardano la mobilità urbana e i trasporti pubblici, l’efficientamento energetico degli edifici e la riduzione dell’inquinamento, la raccolta dei rifiuti e il decoro urbano. 

Le tecnologie che facilitano la comunicazione tra le persone e l’amministrazione – come la nostra ePart rappresentano quindi il futuro delle città, e l’inizio di una collaborazione costruttiva tra privato e pubblico.