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16/10/2017
Lo Smart Working a portata di app

In Italia si contano oggi oltre 305mila smart worker, ovvero dipendenti che possono flessibilmente concordare con il datore di lavoro il luogo e l’orario in cui mettere a frutto la propria professionalità. Il fenomeno riguarda al momento l’8% del totale dei lavoratori ed è in rapida crescita, come rilevato dall’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, che ha evidenziato come l’esperienza positiva delle grandi imprese (il 36% ha già lanciato progetti strutturati di Smart Working) stia contagiando le PMI (il 22% ha progetti in merito) e la Pubblica Amministrazione. Gli impiegati pubblici rappresentano il 17% dei lavoratori agili complessivi, ma la loro quota è destinata a crescere grazie alla riforma Madia, con la quale si punta a coinvolgere almeno il 10% dei dipendenti di ciascuna organizzazione pubblica entro tre anni. 

Rispetto ai lavoratori tradizionali, gli Smart Worker si distinguono per l’elevata mobilità: trascorrono mediamente il 67% del tempo lavorativo in azienda, contro l’86% degli altri, e sono sempre meno legati alla singola postazione. La scrivania è infatti il luogo prevalente di lavoro solo nel 39% dei casi, mentre si tende a cambiare spesso postazione all’interno della sede aziendale (15%), a dividersi tra più sedi (13%) oppure a lavorare presso clienti, fornitori, a casa o in spazi di coworking. 

Secondo l’Osservatorio, tra gli elementi che incidono maggiormente sul successo di un progetto di Smart Working ci sono le competenze relazionali delle persone, cioè quelle soft skill che consentono di organizzare bene le proprie mansioni, collaborare in modo produttivo anche a distanza, esercitare la leadership all’interno di team sempre più virtuali e destrutturati. 

Non va però sottovalutata la disponibilità di tecnologie digitali e mobile, condizione basilare per permettere alle persone di svolgere il proprio lavoro anche da remoto. In molte grandi aziende, a prescindere dalla presenza di lavoratori agili, queste sono già abbastanza diffuse, in particolare le soluzioni a supporto della sicurezza e dell’accessibilità dei dati da remoto (95%) e le mobile business app (82%). Meno utilizzate le piattaforme di social collaboration e knowledge sharing (61%), e le workspace technology che permettono un utilizzo più flessibile degli ambienti aziendali (36%).

Progettare mobile app innovative a supporto degli smart worker richiede competenze avanzate, che integrino la conoscenza della tecnologia e dei linguaggi alla capacità di comprendere la realtà dell’azienda e le sue esigenze prioritarie. Come sviluppare una mobile app davvero efficace, attraverso la quale aumentare la produttività dell’organizzazione e la soddisfazione delle persone? 

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