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13/12/2018
Turismo, tante luci (e qualche ombra) per l’Italia

Il turismo italiano non smette di crescere, i flussi dall’estero aumentano, così come la spesa media dei visitori stranieri: il nuovo rapporto di Banca d'Italia, presentato martedì a Roma, mostra i dati incoraggianti di un settore che oggi vale il 5% del PIL nazionale e oltre il 6% degli occupati.

Dopo le difficoltà durate quasi un ventennio, dal 2010 il comparto ha cominciato a recuperare terreno, anche grazie al miglioramento della competitività di prezzo e alle tensioni geopolitiche che hanno reso meno appetibili altre destinazioni internazionali. Sono quindi tornati in abbondanza i turisti stranieri, che dal 2011 in poi hanno visto una spesa media in crescita del 4,3% all’anno.

A scegliere il nostro Paese sono soprattutto i viaggiatori provenienti da USA, Canada, Australia, Giappone e Cina, che spesso si fermano per periodi brevi (tre giorni e mezzo è il soggiorno medio) e proseguono verso altre mete europee. Proprio qui si nasconde, secondo Banca d’Italia, una delle debolezze nostrane: il flusso dei visitatori internazionali è concentrato in poche, determinate zone. Fanno da calamita le città d’arte come Roma, Firenze e Venezia, che soffrono addirittura il fenomeno del sovraturismo, si difendono Milano e Torino grazie ai grandi eventi che negli anni hanno ospitato.

Molto più difficile che il Mezzogiorno venga inserito nei tour internazionali, sebbene l’area rappresenti il 78% delle coste italiane, ospiti i tre quarti del territorio appartenente a parchi nazionali e accolga più della metà dei siti archeologici e quasi un quarto dei musei.

Altro squilibrio sottolineato dal rapporto è il calo del turismo congressuale e fieristico. Se l’Italia è tra le mete preferite per le vacanze culturali (+9% annuo), tendono infatti a diminuire i viaggi d’affari (oggi rappresentano solo il 14% del totale), che pure sono i più remunerativi.

Come ovviare a questi problemi, e fare del turismo una risorsa ancora più forte per l’economia italiana? Servono politiche più attente e lungimiranti, come auspicato dalla stessa Banca d’Italia, ma serve anche maggior consapevolezza degli strumenti con cui si può migliorare il marketing dei territori, partendo proprio dalle regioni e le località meno note, ma non per questo meno ricche di attrattive.

Lo sanno bene le città e gli operatori turistici che stanno sperimentando una piattaforma come Movibell, grazie alla quale si possono coinvolgere turisti e visitatori in modo innovativo e sorprendente – senza bisogno di mettere in campo investimenti proibitivi.